Il nome «settanta» non tragga in inganno. I testi che verranno pubblicati non riguarderanno solo quello straordinario decennio. Non si tratta di un’operazione di carattere nostalgico, tutt’altro, e niente può meglio spiegarlo delle righe che seguono tratte da un testo inedito di Paolo Virno: “gli anni Settanta sono il nostro futuro alle spalle. Nel senso che i nuovi modi di produzione, l’organizzazione del lavoro intermittente, precario, intellettuale, si presentò all’inizio come grande potere di questi soggetti. I medesimi che oggi sono sottomessi ma che all’inizio mostrarono quello che potrebbero tornare a essere”.
Una collana divisa in cinque sezioni: biografie e autobiografie, narrazioni, movimenti, lotta armata, teorie.
La collana è curata da Sergio Bianchi. Il progetto grafico è di Andrea Wöhr e H.Peter Vogel.

… Il nostro obiettivo era la barbarie moderna, la continuazione del lavoro salariato, quello sotto padrone. Era a quel nucleo di violenza concentrata che riservavamo la nostra attenzione.
Perché fu allora che fece irruzione sulla scena – con qualche rozzezza che le anime belle continuano a ricordarci – un nuovo soggetto sociale: quello del
lavoro precario, del lavoro part-time, del lavoro intellettuale di massa.
Entrò senza grazia e senza compromessi, carico di una forza politica dirompente, quello che sarebbe diventato il soggetto sfruttato dei decenni successivi.
Un soggetto capace di seminare panico tra quelli che per mestiere seminano panico.
Per questo diciamo che gli anni Settanta sono il nostro futuro alle spalle. Nel senso che i nuovi modi di produzione – quello che è stato chiamato postfordismo – l’organizzazione del lavoro intermittente, precario, intellettuale, si presentò all’inizio come grande potere di questi soggetti.
I medesimi che oggi sono sottomessi ma che all’inizio mostrarono quello che potrebbero tornare a essere.
Paolo Virno

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